Le dieci opere qui esposte sono il risultato di una call for projects avviata nella primavera del 2022 col fine specifico di indagare le potenzialità della creatività contemporanea, con particolare attenzione agli ambiti dell’illustrazione, della post-fotografia e della grafica nel senso più ampio del termine.
Le artiste e gli artisti selezionati, nati tra il 1973 e il 1996, propongono un viaggio tra modi diversi di pensare l’immagine oggi in Italia, coprendo l’intero territorio nazionale, da Milano a Siracusa. Questi lavori nascono come opere digitali realizzate usando le nuove tecniche di creazione ed elaborazione delle immagini, esplorando diversi ambiti che vanno dal fumetto alla street art, dalla fotografia all’immaginario pubblicitario.
La call, promossa dall’Associazione culturale Defloyd in collaborazione con ERAP – Ente Regionale per l’Abitazione Pubblica delle Marche – Presidio di Ascoli Piceno, Regione Marche e Comune di Ascoli Piceno, è nata per celebrare i cento anni dalla fondazione del Presidio di Ascoli Piceno. Tale ricorrenza avviene in un momento particolare della nostra storia, all’indomani della fase acuta della pandemia da Covid-19 che ha visto, per la prima volta dal secondo dopoguerra, riaffiorare concetti come “distanziamento sociale”, “confinamento” – ormai universalmente noto con il termine di “lockdown” – accompagnati, soprattutto nelle prime ore, dal mantra “restiamo a casa”. Tale situazione si è necessariamente legata a un ripensamento della dimensione domestica, così come del concetto stesso di casa, che non ha lasciato indifferenti artisti e pensatori. È stato pertanto naturale chiedere agli artisti italiani di riflettere sul tema della “casa”, intesa come focolare domestico, come rifugio e protezione, come dimensione intima e allo stesso tempo centro di una comunità che è quella della famiglia, intesa nel senso più inclusivo del termine e in qualunque modo essa voglia essere considerata.
Durante l’emergenza pandemica, l’importanza di una condizione abitativa ottimale, che possa soddisfare i diversi bisogni dell’individuo, si è rivelata una necessità imprescindibile. La dimensione domestica ha ampliato i propri confini fino a includere altre sfere relative all’ambito professionale e sociale, facendosi luogo principale attorno al quale ruotano le diverse attività dell’individuo. Tale situazione ha confermato l’importanza fondamentale del diritto a una soluzione abitativa efficiente e funzionale, principio ispiratore del Piano INA Casa (1949-1963), e della dimensione domestica come luogo del raccoglimento e degli affetti. Il Piano era pensato come piano nazionale di edilizia residenziale pubblica concepito per far fronte alla povertà socio-abitativa e per dare spazio a una nuova sensibilità sociale e psicologica di analisi degli spazi edificati e da edificare in risposta ai bisogni di qualità urbana e sociale degli anni della ricostruzione. In quella circostanza, alcuni dei principali artisti italiani furono invitati a intervenire con le loro opere, ideando e realizzando delle piccole formelle in ceramica da apporre sulle mura esterne degli edifici. Tale iniziativa non consisteva soltanto in un’operazione estetica che mirava ad abbellire i nuovi complessi residenziali tramite un ornamento esteriore, ma si proponeva come una vera e propria azione di politica culturale, volta a ricordare la centralità dell’arte nella vita quotidiana. Guardando a quell’esperienza significativa e ispiratrice, la call e l’esposizione HOME IS THE PLACE TO BE hanno inteso ribadire il connubio necessario e vitale, ma anche antico e quasi atavico, tra edilizia e arte.
Il progetto è curato da:
Alex Urso, artista multidisciplinare, curatore e critico d’arte. Tra le istituzioni con cui ha collaborato: Zacheta – National Gallery of Art di Varsavia, Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, Padiglione Polacco-16.Mostra Internazionale di Architettura Biennale di Venezia, Fondazione Benetton, Adam Mickiewicz Institute. Nel 2017 è stato co-curatore della Biennale de La Biche. Dal 2014 è nel team di redazione di Artribune. Dal 2018 è redattore per la pagina web di Sky Arte;
Roberta Minnucci, storica dell’arte, ricercatrice e curatrice. Ha conseguito il Dottorato di ricerca all’Università di Nottingham con una tesi sull’Arte Povera e collaborato con prestigiose istituzioni museali e fondazioni in Italia e all’estero quali Tate Modern, Estorick Collection of Modern Italian Art, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Fondazione Baruchello, Fondazione Museo Pino Pascali, Southampton City Art Gallery;
Matteo Piccioni, storico dell’arte dell’età contemporanea. Specialista della cultura visiva e visuale dell’Ottocento e del Novecento, ha collaborato con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, con il Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani e fino al 2020 ha insegnato Storia dell’arte contemporanea e delle arti industriali alla Sapienza Università da Roma. Dal 2017 è funzionario Storico dell’arte al Ministero della Cultura dove si occupa di arte contemporanea.
I curatori hanno fatto parte della Commissione selezionatrice con l’artista ascolano Giuliano Giuliani (www.giulianogiulianiscultore.com) e l’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Ascoli Piceno, Donatella Ferretti.
L’odore di sale e di bruciato al rientro
Marco Leoni
Vivere in comune
Costanza Rosi
Nido
Francesca Mariani
Campo Casa
Luca Boffi
Famiglia
Dafne y Selene
Home
Enrica Pizzicori
Homo condomini lupus
Celina Moscuzza
Casa Spira Mirabilis
Andrea Tarli
E invece laggiù ci sono i girasoli
Davide D’Angelo
In a home
Giulia Canala
IL PRESIDIO ERAP DI ASCOLI PICENO
L’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) di Ascoli Piceno nasce il 9 gennaio 1922 con lo scopo di promuovere, realizzare e gestire progetti di edilizia pubblica a favore delle classi meno agiate della popolazione.
Nell’ambito del territorio del Comune di Ascoli Piceno, l’Istituto si prefiggeva l’obiettivo di costruire case popolari acquistando, permutando terreni o convertendo a tal uso edifici preesistenti, avendo inoltre il compito di amministrare e concedere in locazione i nuovi fabbricati e la facoltà di elargire premi per la loro realizzazione.
Nel 1935 viene istituito il Consorzio Nazionale fra gli Istituti Autonomi per le Case Popolari, i quali dovevano essere presenti in ogni provincia. Nello stesso periodo ad Ascoli Piceno inizia la costruzione delle case operaie, delle quali restano pregevoli esempi nel quartiere di Campo Parignano, a opera dall’Impresa Edile Musati.
Nel secondo dopoguerra i problemi legati alla ricostruzione e alla disoccupazione si sommano, portando all’emanazione di molti provvedimenti per l’edilizia popolare, legati ai nomi dei ministri che si sono succeduti in quegli anni: Legge Tupini (1949), Legge Aldisio (1950), Legge Romita (1954) e Legge Fanfani (1949), che istituisce il Piano INA-Casa per la costruzione di alloggi di edilizia residenziale popolare.
Nel 1972 vengono definite delle norme nazionali per la riorganizzazione delle Amministrazioni e degli Enti Pubblici operanti nel settore dell’edilizia residenziale pubblica, portando diversi enti quali il Fondo Gestione Case per i Lavoratori (GESCAL), l’Istituto Nazionale per le Case degli Impiegati Statali (INCIS) e l’Istituto per lo Sviluppo dell’Edilizia Sociale (ISES) a confluire nel patrimonio dell’Istituto Provinciale.
Nel corso di diversi decenni, i molti interventi realizzati hanno ridisegnato il tessuto urbano di Ascoli Piceno e creato nuovi centri di comunità, assicurando sistemazioni dignitose e ottimali a favore delle fasce più vulnerabili della cittadinanza, con uno sguardo attento all’evolversi delle dinamiche sociali e delle diverse manifestazioni della fragilità individuale e familiare.
Nel 2005, con la Legge Regionale sul riordino delle politiche abitative, gli Istituti Autonomi Case Popolari (IACP) marchigiani hanno assunto la nuova denominazione di ERAP (Ente Regionale per l’Abitazione Pubblica), di concerto con un sostanziale rinnovamento nella visione generale e delle competenze, attraverso la riorganizzazione delle politiche abitative regionali in una più efficiente ottica di sistema.